Indicazioni operative del Comitato Tecnico Scientifico del 25 agosto 2020


Il Comitato Tecnico Scientifico, costituito ai fini dell’attuazione del Protocollo d’Intesa fra il Dipartimento di Prevenzione della USL Toscana Nord Ovest e le Conferenze Zonali dell’Educazione e Istruzione della Zona Educativa Pisana, Valdera e Val di Cecina, volto ad attivare sinergie e diffondere buone pratiche in materia di igiene e prevenzione nel sistema integrato di educazione e istruzione 0-18 anni, al quale hanno aderito la Provincia di Pisa, l’Ufficio Scolastico Regionale per l’ambito di Pisa e le Reti delle Scuole per l’Ambito 18 e 19, ha il compito di fissare linee di indirizzo generali, programmare, organizzare e monitorare le attività oggetto del suddetto Protocollo.

Di seguito sono riportate le indicazioni operative e le linee di indirizzo emerse nell’incontro del CTS del 25 agosto 2020:

QUESITI IN MERITO ALLA RIAPERTURA DEI SERVIZI EDUCATIVI 0-6 E DELLE SCUOLE:

1. Il “Documento di indirizzo e orientamento per la ripresa delle attività dei servizi educativi e delle scuole dell’infanzia” prevede che siano individuate ulteriori figure ausiliarie da inserire nel personale in dotazione del servizio/scuola, al fine di limitare i contatti dei gruppi-sezione alle interazioni con adulti di riferimento stabili. E’ possibile chiarire come coniugare tale richiesta con la sostenibilità economica nei servizi educativi e con l’assenza di un adeguato numero di ausiliarie nella Scuola dell’Infanzia?
Premesso che nello 0-6 il distanziamento sociale non possa rappresentare la misura di prevenzione al contenimento del rischio di contagio, in quanto la corporeità, la socialità e la relazione sono aspetti irrinunciabili dell’esperienza di crescita dei bambini 0-6 anni, i protocolli sanitari, per questa fascia di età, prevedono di adottare un’organizzazione che favorisca:
– l’individuazione di gruppi-sezione stabili;
– personale educativo, come docenti e collaboratori, stabili per ogni gruppo-sezione;
– personale ausiliario stabile per ogni gruppo-sezione.
Questo implica che le strategie atte a limitare le interazioni fra soggetti appartenenti ad uno stesso gruppo-sezione di riferimento, abbiano senso solo nella misura in cui tutte le occasioni di contatto fra bambini e fra bambini e adulti siano guidate da regole prestabilite condivise.
Data la normativa vigente, ed in particolare il documento del Ministero dell’Istruzione Adozione del “Documento di indirizzo e orientamento per la ripresa delle attività dei servizi educativi e delle scuole dell’infanzia” che sottolinea l’importanza di figure adulte di riferimento stabili “evitando, nei limiti della migliore organizzazione attuabile e delle sopravvenute esigenze, che tali figure interagiscano con gruppi diversi di bambini”, si sottolinea che l’organizzazione attuata del servizio sarà oggetto di analisi nella definizione delle misure di contenimento conseguenti ad eventuali casi di contagio e per limitare l’impatto di esse sull’intera comunità.

2. In merito alla misurazione della febbre, le indicazioni ministeriali affidano il compito e la responsabilità ai genitori dei bambini e degli studenti. Alcuni servizi per la prima infanzia vorrebbero però attivare questa buona pratica all’interno della struttura educativa. E’ possibile definire delle indicazioni da dare ai servizi che vogliono mettere in atto tale misura di prevenzione aggiuntiva?
Nel nido la misurazione della temperatura è un aspetto da curare con particolare attenzione, considerando la tenera età dei bambini e le buone pratiche già diffuse nel contesto educativo.
Nel nido le educatrici possono misurare la temperatura per escludere situazioni di malessere ed interpretare con maggiore chiarezza i segnali dei bambini.
Il CTS sottolinea l’importanza del patto di corresponsabilità per condividere con le famiglie i protocolli di sicurezza e le azioni messe in atto per contenere il rischio di contagio; conseguentemente, i servizi che ritengono di misurare la temperatura all’ingresso possono farlo, inserendo tale azione nel Patto di Corresponsabilità, da far firmare alle famiglie prima dell’inserimento dei bambini.

3. Le indicazioni ministeriali prevedono la possibilità dell’impiego del lunch box. Le scuole e i servizi, laddove possibile, vorrebbero mantenere le caratteristiche del pranzo consueto e superare quindi il mono-uso nel rispetto comunque delle misure di sicurezza. Quali sono le misure organizzative e le azioni di prevenzione ma mettere in atto?
Il CTS sottolinea che il lunch box non è obbligatorio e che il monouso è residuale a tutti quei casi in cui non sia possibile garantire la necessaria igienizzazione delle stoviglie permanenti, oppure alle situazioni in cui non sia possibile consumare il pasto nel consueto spazio adibito al pranzo, a causa di problemi di distanziamento e di difficoltà nell’organizzare turnazioni per gruppi diversi e la consumazione del pasto consueto non sia possibile.

4. Si ritiene necessaria la comunicazione al comune di riferimento del cambiamento della destinazione d’uso degli spazi dei servizi educativi, per rispondere ad esigenze sanitarie di distanziamento fra gruppi (es. destinare uno spazio gioco a spazio multifunzionale da usare anche durante il pranzo)?
Fermo restando quanto previsto dal DPGR 41/r del 2013 e successive modifiche e integrazioni, che rende necessaria la comunicazione al SUAP del comune territorialmente competente di ogni variazione dei requisiti dichiarati ai fini dell’autorizzazione, nello specifica situazione di emergenza sanitaria non si ritiene necessaria la comunicazione al comune di eventuali variazioni di destinazioni d’uso degli ambienti del servizio educativo messe in atto per rispondere alle esigenze sanitarie di suddivisione dei gruppi-sezione e del distanziamento dei bambini.
Si ritiene altresì necessario indicare l’utilizzo degli spazi e le turnazioni che avvengono in essi,. previste per l’anno educativo 2020-2021, nel Progetto Educativo della struttura (che dovrà essere integrato con tutte le misure Covid in relazione all’organizzazione dei gruppi di bambini, del personale educativo e ausiliario, agli spazi e ai tempi della giornata educativa) e nel Progetto Organizzativo della stessa.

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